topbella

martedì 16 luglio 2013

Quanto tempo

Sono la donna della notte.
Le 1.40 di notte e mi sembra di aver appena cenato. Per la verità ho da poco mangiato un gelato, ma non è quello che mi dà l'idea del tempo.
Quante cose sono cambiate dall'anno scorso? Poche.
Sono nella mia solita postazione, sono la solita pigrona, ho cambiato poco me stessa, mi sono rilassata e questo mi dispiace perchè ho perso la voglia di rinnovarmi e costruirmi. Mi tollero così come sono e vivo sempre aspettando che succeda qualcosa.
Ora, ad esempio, aspetto che arrivi sabato quando dovrei mollare le figlie e partire direzione Roma stadio Olimpico. Depeche Mode.
Mi sento una diciassettenne.
L'ultimo concerto vero risale al 2008, Vasco. E ora dovrei tornare ad un concertone. Uso sempre il condizionale perchè tutto è talmente tanto ballerino che ho paura succeda qualcosa che mi impedisca di andare. Spero di no, abbiamo preso i biglietti a marzo.

Il lavoro continua a non esserci. Ho tentato la strada del concorsone della scuola, ma dopo aver passato la preselezione ed aver quindi studiato tutto l'inverno fino al 1 febbraio, sono stata buttata fuori agli scritti. Ho studiato tanto, eppure non ce l'ho fatta.
Sinceramente, l'ho fatto per tentare di avere un lavoro tutto sommato sicuro, ma insegnare non mi è mai piaciuto troppo. Io sono ancora con i grilli per la testa, sogno ancora una commissione per un lavoro da amanuense oppure una decorazione di qualche posto grande e importante.
Mi arrabbio perchè ho conosciuto una ragazza ( signora, ma a me sembra una ragazza) grazie alla Winx grande che ha stretto un'amicizia fulminea e fulminante con la figlia coetanea e omonima, che è anche mia omonima... insomma, lei ( la ragazza/signora) si chiama come me e le nostre prime figlie si chiamano allo stesso modo e hanno la stessa età, si sono incontrate in una fattoria e dinanzi ai recinti dei cani hanno stretto un'amicizia incredibile che sembra un vero colpo di fulmine.
Come dicevo, lei ragazza/signora mia omonima, come me dipinge e decora pareti, ma non ha mai fatto nulla se non la cameretta delle bambine e qualcosina a casa sua. Bene, ha trovato un lavoro di qualche anno, con tanto di contratto, per rinfrescare dei disegni di un palazzo del centro città.
Ho chiesto se c'era possibilità di inserire anche me, ma pare che al momento non abbiano bisogno.
L'altro lavoro, una cameretta di cui ho ancora davanti i disegni presentati, mi è stato disdetto quando ormai praticamente stavo preparando i pennelli.
GRRRRRRRR

E poi il mio adorato cavallino è passato a miglior vita. Oddio, quando stava bene credo che non esistesse per un cavallo vita migliore di quella che ha fatto con me. L'ultimo mese però è stato colpito da un ictus che lo ha reso cieco da un occhio e un po' rinco... Poveretto, aveva perso quasi tutti i denti quindi dovevo preparargli ogni giorno mattina e sera una specie di pappone con vari tipi di mangime, zucchero, pane e quello che pensavo gli facesse bene. Praticamente lo imboccavo, lui mangiava un po', poi si addormentava, poi si risvegliava e mangiava un altro po'... come i vecchietti. Ogni tanto arrivava qualche problema neurologico che gli faceva fare strani movimenti, tipo girare in tondo tutto il tempo che non dormiva. Era diventato uno scheletro. Però mi riconosceva, quando mi vedeva nitriva e mi si strusciava contro. Diciamo che aprile- maggio sono stata sempre con lui. Anche quando non ce l'ha fatta più ed è caduto per terra ero lì con lui. Anche quando ho capito che non si sarebbe mai più rialzato e leggevo il terrore nel suo sguardo. Anche quando ho preso la decisione durissima, ma necessaria per non farlo soffrire ancora, di chiamare la veterinaria. Anche quando lei ha preparato le siringhe, e quando si è addormentato. Quando però ha fatto la puntura letale mi ha mandato fuori. Poi l'ho lavato perchè si era fatto male nei vani tentativi di rialzarsi, l'ho pettinato, l'ho coperto per proteggerlo dagli insetti. Ma non sono andata al suo funerale, non ho assistito quando l'hanno portato via dalla stalla.
Per un po', dopo, ogni giorno rientravo in stalla e stavo lì, come se lui fosse fuori a mangiare ma dovesse rientrare. Cercavo qualche ciuffo di criniera, qualche segno vitale.
Guardavo le cavalle e speravo di vedere anche lui. Ora mi sono abituata, mi fa meno male stare lì, anche se sento un vuoto, sento che c'è qualcosa che mi manca tanto sempre, anche quando gioco con la pony o faccio il bagno all'altra. O quando colgo le zucchine. Sempre, insomma.

Sono le 2 e mezza... chiudo, suvvia. Ma torno. Almeno ci provo.

Più la notte è nera, più è vicina l'alba. Forse..

Le mie foto
MissMaj2010
Grandi aspirazioni miseramente finite in una piccola realtà.
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